giovedì 3 aprile 2014
I VENERDI' DELL'ARCI - 4 Aprile 2014
Questo venerdì vediamo insieme il film opera prima di Matteo Oleotto, giovane regista friulano, che ha stupìto, commosso e conquistato tutti a suon di bicchieri di vino e freccette all'ultima mostra del cinema di Venezia. Per parlare di alcolismo, verità e menzogne, fragilità e potenza dei rapporti umani.
In Zoran, il mio nipote scemo (2013, 103 min.) il protagonista Paolo, il sempre straordinario Giuseppe Battiston, frequenta l’osmiza, osteria tipica delle zone carsiche della provincia di Gorizia: cinico e misantropo, dal gomito facile ad alzarsi e alla disperata conquista della ex moglie Stefania, Paolo presto si troverà a cambiare vita quando riceverà in eredità da una lontana parente slovena il nipote quindicenne Zoran.
Occhialuto, nerd si potrebbe dire, e dalla strana parlata, Zoran si rivelerà presto un asso nel tirare freccette, passatempo prediletto nel locale del protagonista. Il ragazzo diventa così una specie di celebrità, ma viene un po’ sfruttato tra scommesse e nuove opportunità che piombano addosso al nostro Paolo.
Il ruolo fondamentale è giocato dall'osteria, come spiega lo stesso regista, originario di Gorizia, dove è tornato per girare il suo film: «Nella mia terra, il centro nevralgico della sfera sociale è questo, e qui s’incrociano volti, notizie, esistenze, frustrazioni e passioni. Il palcoscenico dell’osteria sembra scandire le esistenze rallentate degli avventori, che qui diventano attori allo sbaraglio, trovando il loro rifugio quotidiano e dividendo gioie e dolori con gli amici e col vino, interrogandosi sui dilemmi, e non trovando risposte».
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